Tra ottobre 2022 e giugno 2023 si svolgeranno le attività di indagine archeologica finalizzate allo scavo dei due corridoi (primo e secondo ambulacro) crollati sul fronte meridionale del Colosseo a seguito di demolizioni e terremoti già a partire dal VI-VII secolo e con continuità nei secoli a seguire. Nei prossimi due anni questo grande e impegnativo cantiere occuperà pertanto tutta la porzione di “Piazza” oggi comunque non fruibile dal pubblico. La prospettiva è di aprire al pubblico un nuovo settore del Colosseo, ampliando i percorsi di visita, valorizzando le componenti culturali e, soprattutto, restituendo finalmente al monumento l’originaria geometria.
L’AREA DI SCAVO
L’area si estende per circa 200 metri lineari (3000 mq) da Ovest a Est, dallo sperone cosiddetto Valadier (fornice LX) allo sperone cosiddetto Stern (fornice XVIII), così denominati dai due architetti che, con un approccio teorico profondamente diverso da quello contemporaneo, sono intervenuti nel corso del XIX secolo per arrestare i crolli della facciata del monumento. Il crollo dei due corridoi avvenne a seguito di demolizioni e cause naturali (terremoti) già a partire dal VI-VII secolo e con continuità nei secoli a seguire. Una volta perduta completamente l’ossatura dei pilastri e delle volte, oggi rimangono a terra gli interri archeologici da indagare per raggiungere la quota della pavimentazione originaria in blocchi di travertino (in parte visibile accanto all’ingresso monumentale cosiddetto Stern in prossimità dei fornici XVI e XVII) o il livello di preparazione della stessa pavimentazione.
COSA FAREMO
Per prima cosa procederemo con la rimozione meccanica del piano di sanpietrini che insiste su tutta l’estensione dell’area: lo scopo di questa prima attività, propedeutica allo scavo archeologico, è quello di allontanare l’errata percezione di una pavimentazione tipica di uno spazio “esterno” (i sanpietrini) e, di contro, recuperare la percezione e visione di uno spazio “interno” corrispondente ai due ambulacri crollati del Colosseo. I sanpietrini saranno interamente recuperati e riutilizzati per altre attività in accordo con Roma Capitale. Lo scavo archeologico costituirà quindi l’irripetibile occasione per indagare il cantiere di costruzione e la stratigrafia del Colosseo, per ricostruire la storia delle fasi di uso e riuso, per restituire al monumento e al pubblico la sua originaria impronta.
Nel corso degli ultimi vent’anni, tutta questa vasta area è stata interessata da scavi su singoli settori (fornici o cunei), anche in collaborazione con l’Università di Roma Tre, che ha recentemente pubblicato un volume con la presentazione dei risultati dello scavo e dei reperti rinvenuti (G. Facchin, R. Rea, R. Santangeli Valenzani, a cura di, Anfiteatro flavio. Trasformazioni e riusi, Electa 2018), restituendo informazioni fondamentali di cui si è tenuto ampiamente conto per la buona riuscita delle ricerche. Particolare attenzione è stata posta al settore del fornice V dove si conserva l’estradosso della volta del Passaggio cosiddetto di Commodo, un corridoio ipogeo utilizzato dagli imperatori per apparire sull’arena senza essere visti dal pubblico.
Lo scavo archeologico si avvarrà di piccoli mezzi meccanici per i livelli moderni e i terreni di riporto, mentre sarà eseguito manualmente e con metodo stratigrafico in tutti i settori mai interessati da indagini approfondite.
IL RESTAURO E LA NUOVA FRUIZIONE
Una volta completato lo scavo e dopo averlo documentato in tutte le sue fasi, sarà realizzato un rilievo quotato: questo rilievo servirà per la progettazione della riqualificazione dello spazio degli ambulacri recuperati alla fruizione e alla conoscenza del Colosseo.
Il progetto, che dovrà tenere conto dello stato di conservazione delle superfici che saranno state esposte, dei materiali e dei livelli di frequentazione antichi, dovrà restituire la percezione della forma originaria del Colosseo, con una scelta progettuale che terrà conto della originaria pavimentazione in blocchi di travertino, dei livelli di preparazione e delle infrastrutture che emergeranno.
GLI APPUNTAMENTI CON GLI ARCHEOLOGI: SCAVO E COMUNICAZIONE
Il venerdì pomeriggio sarà sempre presente un archeologo per raccontare l’avanzamento delle ricerche e illustrare le novità emerse dalle indagini. Questa pagina inoltre sarà continuamente aggiornata con ulteriori foto e video.
IL CONTESTO NORMATIVO
Queste attività si inseriscono nella Convenzione per la realizzazione degli “Interventi di tutela di Piazza del Colosseo” compreso tra gli interventi finanziati nel Quadro Economico della Linea C – Tratta T3 Colosseo/Fori Imperiali -San Giovanni alla voce “Accantonamento MiBACT” (Delibere CIPE n.60/2010; CIPE n. 35/2018; CIPE n. 67/2019) che vede coinvolte le seguenti istituzioni:
il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Dipartimento per la Mobilità Sostenibile – Direzione Generale per il Trasporto Pubblico Locale e Regionale e la Mobilità Pubblica Sostenibile;
Roma Capitale per il tramite del Dip.to Mobilità e Trasporti;
la Società Roma Metropolitane Srl – Soggetto Aggiudicatore della Linea C, emanazione organica di Roma Capitale;
il Ministero della Cultura – Parco Archeologico del Colosseo – in qualità di soggetto aggiudicatore
la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
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DIARIO DI SCAVO
Le operazioni di scavo sono dirette da Federica Rinaldi (Funzionario archeologo Responsabile del Colosseo, RUP, progettista e direttore scientifico del cantiere) e da Barbara Nazzaro (Funzionario architetto Responsabile tecnico del Colosseo e direttore dei lavori del cantiere); assistente al RUP e Direttore operativo per la contabilità è l’arch. Fabio Fumagalli. Le attività sul campo sono in capo alla ditta Erma srl e coordinate per la parte di scavo archeologico e di documentazione dalla dott.ssa Maria Rosaria Borzetti. Collaboratrice del PArCo è la dott.ssa Margherita Zannini cui è demandato il compito di alcune verifiche e approfondimenti specifici, oltre che della gestione dei materiali di scavo (lavaggio e pre-inventariazione).
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27 settembre 2022: in data odierna è stato consegnato alla ditta ERMA Srl il cantiere di scavo archeologico che interessa i fornici dal XVIII al Sud e dal LXXI al LX. Abbiamo fatto una prima consegna parziale dal fornice XVIII al fornice I per consentire alla Comunità di S. Egidio di realizzare l’importante evento “Il grido della Pace” alla presenza di Papa Francesco previsto per il 25 ottobre. Per raccontare quello che stiamo facendo abbiamo affisso dei Qrcode per consentire a tutto il pubblico che transita davanti allo scavo ma anche a chi ci segue da remoto di rimanere aggiornato sullo stato di avanzamento dei lavori.
6 ottobre 2022: è stata completata la passerella che permetterà al pubblico di continuare a passeggiare attorno al Colosseo senza incontrare interruzioni. La passerella lambisce l’area di scavo e permette quindi di avere una vista privilegiata sulle attività in corso. Contemporaneamente sono iniziate le operazioni di rimozione della piattaforma in sanpietrini collocata tra i fornici XVIII e XII, realizzata agli inizi degli anni 2000 dopo lo scavo che mise in luce i blocchi originali della pavimentazione in travertino del primo e del secondo ambulacro del Colosseo.
7 ottobre 2022: proseguono senza sosta le operazioni di rimozione della piattaforma di sanpietrini, per riportare in evidenza i blocchi della pavimentazione in travertino già scoperti negli anni precedenti. Tutta la prossima settimana (dal 10 al 14 ottobre) sarà dedicata a queste rimozioni e al trasporto dei sanpietrini nei depositi messi a disposizione dal Comune di Roma al fine di un loro corretto riutilizzo.
10 ottobre 2022: le operazioni di rimozione dei sanpietrini si sono momentaneamente fermate: siamo in attesa di conoscere dal Comune di Roma dove saranno stoccati i sanpietrini. Nel frattempo non abbiamo perso tempo e abbiamo proseguito con la delimitazione dell’area di cantiere, tramite recinzione del tipo new jersey e orsogrill. L’obiettivo è proteggere tutti i passanti ma non chiuderci dentro un recinto, lasciando a vista tutte le operazioni.
11 ottobre 2022: oggi abbiamo completato la sistemazione della recinzione. Inoltre abbiamo iniziato ad allestire i new jersey con pannelli dotati di qrcode per consentire a tutti di poter conoscere il nostro lavoro. A fine giornata è stato completato il primo cassone per il primo trasporto di sanpietrini nel deposito messo a disposizione dal Comune.
12 ottobre 2022: le attività di smaltimento della sabbia e dei sanpietrini si possono realizzare solo tra le 7 e le 9 del mattino, nel momento di minore affollamento della piazza del Colosseo. L’area liberata dai sanpietrini è stata ripulita e liberata dalla sabbia, lasciando emergere almeno tre plinti di cemento armati con tondelli lisci. Abbiamo quindi iniziato a ri-scavare il settore compreso tra i fornici XI e X: nella terra di riporto abbiamo trovato una moneta di Vittorio Emanuele III. Lo strato comunque – come detto – è interamente rimaneggiato.
13 ottobre 2022: giornata di pioggia. E’ stato effettuato un trasporto di sanpietrini al deposito del Comune di Roma. Sono stati presi accordi con Acea per la gestione dei sottoservizi dell’illuminazione pubblica che stanno emergendo dai primi livelli di riporto del terreno. Infine abbiamo approfittato per una ricerca storica necessaria per contestualizzare nel tempo e nella funzione i plinti di cemento rinvenuti. Abbiamo trovato puntuale documentazione che attesta un imponente intervento di consolidamento e messa in sicurezza del fronte est del Colosseo alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, realizzato – tra le altre cose – con una puntellatura di emergenza posta in opera contrastando su blocchi provvisori di calcestruzzo armato collegati con dei bulloni provvisori alle strutture antiche dopo aver interposto dei fogli di materiale plastico isolante (ulteriori informazioni sono contenute nel documento scaricabile qui ).
14 ottobre 2022: nella giornata odierna sono proseguite le movimentazioni dei sanpietrini verso il deposito comunale ed è stato avviata la rimozione del riporto di terra che nel 2018 aveva sigillato la fine scavo dell’Università di Roma Tre di fronte ai fornici X e XI. Abbiamo trovato il tessuto di protezione e contestualmente abbiamo messo in evidenza le tracce dei sottoservizi della illuminazione pubblica. Sapevamo che avremmo intercettato questa rete e già da lunedì 17 ottobre la squadra di Acea sarà in cantiere per supportarci nello spostamento.
17 ottobre 2022: sono proseguiti gli scavi dei livelli di riporto del terreno nelle aree già indagate in anni precedenti, assieme alla rimozione dei sanpietrini che coprono l’intera estensione del sedime. In tarda mattinata gli operatori Acea e Areti hanno fatto un sopralluogo per prendere contezza della estensione e posizionamento dei cavi della illuminazione, prevedendone lo spostamento in tempi rapidi al fine di consentire la prosecuzione delle ricerche in sicurezza.
18-19-20-21 ottobre: le indagini procedono mantenendosi ancora sui livelli di riporto moderni e sulla piattaforma di sanpietrini. E’ stato però in parte riaperto il saggio di scavo di Roma Tre davanti al fornice XI, riportando quindi in luce parte della preparazione dei blocchi di travertino originale.
24-25 ottobre: in questi due giorni le attività di cantiere sono state sospese per consentire le operazioni di allestimento della cerimonia “Il grido della Pace” alla presenza di Papa Francesco.
26-28 ottobre: le operazioni di scavo delle aree già indagate in precedenza con smaltimento della terra di riporto prosegue. E’ stata così riportata in evidenza la fondazione del Colosseo con le tracce delle impronte dei blocchi di travertino della pavimentazione originaria, già indagata da Roma Tre negli anni 2017-2018.
31 ottobre, 2 novembre: continua la rimozione graduale dei sanpietrini del settore compreso tra i fornici XVIII e XII. Nel frattempo si è iniziato a svuotare il settore compreso tra i fornici, IV, V, VI. L’area è già stata ampiamente rimaneggiata in passato – tra gli anni Novanta e Duemila – quando si rese necessaria la realizzazione della copertura impermeabilizzante del Passaggio di Commodo, per salvaguardare parte degli stucchi ancora esistenti. Dallo sterro sono emersi almeno due pozzetti che non sembrano corrispondere alle bocche di lupo insistenti nel passaggio ipogeo.
2-4 novembre: si prosegue liberando dalle terre di riporto i fornici IV, V, VI e si mette in luce l’estradosso moderno della volta del Passaggio di Commodo, realizzato negli anni Novanta del XX secolo quando, per far fronte al problema microclimatico, il Passaggio di Commodo fu interamente scavato e contestualmente ricevette un esteso intervento di restauro e impermeabilizzazione di tutto l’estradosso della volta. Le immagini mostrano la sistemazione attuale, dopo lo scavo di questi giorni.
7-9 novembre 2022: dopo aver esposto la volta del Passaggio di Commodo, lo scavo è proseguito all’interno del fornice VI nella porzione a ridosso della crepidine dove è stato intercettato uno scavo pregresso, risalente agli anni Novanta, documentato nelle cartelle di archivio. Come si vede dal rilievo – che si può scaricare qui – lo scavo intercettò la preparazione dei blocchi pavimentali in travertino che oggi ritroviamo sotto un telo di geotessuto.
14 novembre 2022: a causa delle avverse condizioni meteorologiche le ricerche sono state momentaneamente sospese.
15 novembre 2022: oggi abbiamo sfidato il meteo perché lo scavo archeologico sta finalmente raggiungendo i livelli in posto e già i primi dati interessanti iniziano ad emergere. All’interno del fornice VI abbiamo rinvenuto un livello di crollo (pertinente alla volta di uno dei due corridoi/ambulacri perduti) che insiste sui livelli di spoliazione dei blocchi pavimentali in travertino (le cui impronte sono ben riconoscibili vicino alla crepidine). Queste primissime informazioni correlate con quanto riscontrato nello scavo dei fornici XI e X forniscono preliminarmente alcune indicazioni sulle azioni che si sono susseguite nel tempo, in particolare sull’asportazione dei travertini – databile presumibilmente ad età bassomedievale (XI-XII secolo) e sul crollo definitivo di quanto rimasto delle volte (dal XIV-XV secolo in poi).
15 novembre 2022: abbiamo proceduto alla consegna del tratto di cantiere compreso tra i fornici LXXVI e LXII per avviare anche su questo lato le operazioni preliminari di rimozione dei sanpietrini.
16-18 novembre 2022: le giornate particolarmente piovose hanno costretto alla sospensione dello scavo. Per poter procedere con le ricerche però è divenuto ormai indifferibile l’intervento degli operatori Acea. Lungo tutto il bordo scavo sul lato delle arcate del Colosseo corrono anche a vista i corrugati portanti i cavi della illuminazione artistica del monumento. L’intervento di Acea prevede l’interruzione della corrente per consentire le ricerche archeologiche in sicurezza e lo spostamento temporaneo dei cavi di corrente al di fuori dell’area di cantiere. Per poter procedere in questa direzione, per i prossimi dieci giorni almeno il Colosseo sarà privato della illuminazione artistica serale.
21 novembre 2022: l’intervento Acea ha messo in sicurezza l’area di cantiere per consentire lo scavo dei livelli su cui insistono i cavi della illuminazione. Prosegue la rimozione dei riporti di terreno all’interno del fornice IV e sono iniziate le rimozioni dei sanpietrini sul lato compreso tra i fornici LXXVI e LXII.
22 novembre 2022: la pioggia battente ha impedito le lavorazioni in data odierna.
23-24-25 novembre 2022: tutto il settore di scavo fino all’uscita dei visitatori è stato liberato dai sanpietrini. Lo scavo può finalmente entrare nel vivo delle indagini stratigrafiche nei cunei dei fornici che non sono mai stati interessati da ricerche in profondità, in particolare quelli compresi tra i fornici IX e VI. Da mercoledì 30 novembre è nostra intenzione intensificare le squadre al lavoro per unire i fronti di scavo, sia quelli già indagati dall’Università di Roma Tre sia quelli mai scavati.
28-30 novembre 2022: sono giorni molto intensi, con grandi movimentazioni di sanpietrini e di terre di riporto che sono state rimosse per liberare completamente i fornici all’interno dei quali insiste la volta del Passaggio di Commodo e le tubazioni di drenaggio realizzate per lo smaltimento delle acque. Sono emersi anche tubi in ghisa dismessi che saranno smaltiti. Sul settore compreso tra l’uscita del Colosseo e l’ingresso sotto lo sperone Valadier i mezzi hanno quasi completato la rimozione di tutti i sanpietrini e – come ci aspettavano – emergono i blocchi di travertino della pavimentazione originaria. Il mese di dicembre sarà interamente dedicato allo scavo stratigrafico dei fornici I-III e VI-X. Speriamo di trovare frammenti della storia del Colosseo ancora poco noti.
1 dicembre 2022: ci siamo dedicati a un po’ di ricerche di archivio, per capire bene come è stata realizzata la porzione moderna della volta del Passaggio di Commodo, come sono state sistemate le bocche di lupo e per capire se le foto di archivio sono in grado di indicarci la funzione dei tubi e dei drenaggi, antichi e moderni. Ecco una interessante gallery di immagini in cui abbiamo accostato la foto d’archivio con la situazione attuale.
2 dicembre 2022: abbiamo completato tutta la rimozione dei sanpietrini sul settore cosiddetto Valadier, ovvero tra l’uscita del pubblico e l’ingresso. Qui il piano antico della pavimentazione in travertino affiora sotto pochi centimetri di terra di riporto che stiamo rimuovendo con il mezzo meccanico operando molta cautela. Nelle terre di riporto ritroviamo ceramica dal VI sec. a.C. fino ai giorni nostri (!) compresi piatti e posate!
5 dicembre 2022: sono iniziate finalmente le attività di scavo stratigrafico nel settore dei fornici II e III vicino all’uscita del pubblico. Non mancano le (amare) sorprese: abbiamo intercettato un taglio netto sugli strati tardo-antichi operato in tempi moderni per la posa di una tubazione in cemento armato. Nel riempimento abbiamo anche trovato una bottiglietta di vetro, che riconoscete in foto, molto simile a quelle che all’inizio del Novecento si utilizzavano nelle farmacie per contenere lo sciroppo (o almeno così ci sembra). Nei prossimi giorni cercheremo di capire dove va a finire. L’unica nota positiva è che questo taglio ci ha permesso di esporre tutta la sezione e di raggiungere la quota dei blocchi originari della pavimentazione in travertino.
7 dicembre 2022: nel settore cosiddetto Valadier la rimozione degli interri procede velocemente, riportando alla luce la preparazione in cementizio dei blocchi della pavimentazione in travertino. Abbiamo stabilito di lasciare uno strato di 5 cm di terra a protezione della superficie che rimuoveremo a mano quando avremo scoperto tutto. Nel settore cosiddetto Stern abbiamo rimosso la tubatura e stiamo approfondendo le indagini.
12-16 dicembre: è stata una settimana di pioggia che ha impedito di lavorare con continuità. Nel settore cosiddetto Valadier i mezzi hanno potuto continuare la rimozione degli interri, chiarendo anche il limite del cantiere dei lavori della metro B e in buona parte anche giustificando la presenza di materiale molto eterogeneo.
Nel settore cosiddetto Stern invece, e in prossimità dei fornici II e I (dove si concentreranno gli scavi nei prossimi giorni), è stato ripulito il livello di battuto tagliato dalla trincea del tubo in cemento ed è emerso un evidente strato di colore scuro, ricco anche di carboni, dove emergono blocchi di travertino in posto allineati con i pilastri del prospetto conservato.
19-22 dicembre: nel settore Valadier lo scavo meccanico dei livelli di riporto prosegue a ritmo sostenuto. Oltre ai cavi Acea e a una profonda buca per la posa di canaline, iniziano ad affiorare alcuni “apprestamenti” di terreno più compatto, anche a contatto con i blocchi della pavimentazione originaria in travertino. Abbiamo notato che tali “sistemazioni” si trovano in corrispondenza dei fornici privi di scale e quindi a ritmo alternato (uno sì e uno no). Entro la fine dell’anno (30 dicembre), quando è prevista la conclusione dello scavo meccanico, potremo capire se tale ritmo viene mantenuto fino al fornice LXXVI (uscita del pubblico) e quale ne sia la funzione.
27-30 dicembre: l’ultima settimana dell’anno ha riservato interessanti novità. Sul settore cosiddetto Valadier è stata completata la rimozione degli interri fino ai 5 cm di risparmio, lasciando emergere sia la preparazione in cementizio, sia alcuni blocchi della originaria pavimentazione che si sono salvati dalle spoliazioni. Questo settore conserva delle “evidenze di carattere strutturale” che saranno meglio indagate nelle prossime settimane quando avvieremo la pulizia di tutto il fronte con un approccio di tipo stratigrafico.
Nel settore cosiddetto Stern tra i fornici II e IV lo scavo archeologico al momento sembra confermare la sequenza stratigrafica con livelli di età rinascimentale e tardo medievale (dal XVI secolo in poi) contenenti residui di età romana ancora legati alla frequentazione dell’edificio come luogo di spettacoli, come rivelano, nel complesso, la ceramica, le fusaiole invetriate (per cui ringraziamo sin da ora il dott. Marco Ricci) e le monete (per cui ringraziamo il dott. Fabio Scatolini). E’ noto infatti che questo settore subì vicende di asportazioni in età tardo medievale quando non addirittura di sterro (attuate a partire dalla fine del XVIII secolo e poi nel corso del XIX durante i grandi cantieri di restauro ottocenteschi), che sono oggi la ragione di numerose lacune nella documentazione archeologica nel periodo compreso tra il V secolo (quando inizia la dismissione dell’edificio da spettacoli) fino anche al XIII secolo.
3-5 gennaio 2023: nei primi giorni dell’anno abbiamo concentrato la nostra attenzione sul settore cosiddetto Valadier dove abbiamo esposto quasi tutta la platea cementizia di allettamento dei blocchi della pavimentazione che ora possiamo leggere perfettamente in tutto il loro potente spessore di 80-90 cm. Ci siamo anche concentrati a pulire in prossimità del cuneo 68 l’associazione del blocco di travertino con quella che avevamo chiamato “evidenza” / “sistemazione” di carattere strutturale e che abbiamo capito meglio. Questa struttura era stata vista anche dal team di Roma Tre all’interno del cuneo X (senza comprenderla) ed è quindi importante averne ora chiarito l’aspetto: sembra trattarsi di una struttura in conglomerato cementizio caratterizzata da una malta violacea molto tenace, che si appoggia al blocco di travertino opportunamente scavato e sagomato per favorire l’accostamento. Possiamo solo dare una relazione fisica dicendo che questa struttura è posteriore al blocco di travertino ma è troppo presto per attribuirne la funzione e la cronologia. Ad ogni modo nei prossimi giorni proseguiamo con la pulizia delle pareti e dei livelli con crolli che si rinvengono addosso a queste sistemazioni per capirne i legami.
Ora tutta l’area sarà rilevata dal topografo che contestualmente si concentrerà anche nel settore cosiddetto Stern per documentare gli strati prima di procedere con lo scavo archeologico.
9-13 gennaio 2023: in questa settimana abbiamo definito alcuni aspetti molto importanti, per la conoscenza e la strategia dello scavo. La cosa più importante e più delicata per la gestione del monumento è stata la consegna alla ditta del fornice SUD, ovvero l’uscita del pubblico: per poter indagare anche questo settore, abbiamo spostato l’uscita sul fornice accanto. Speriamo di non creare troppo disagio e confidiamo nella collaborazione di tutti i nostri visitatori. Poi abbiamo allargato il settore del fornice 74 nel settore cosiddetto Valadier, raggiungendo anche in questo ambito, sconvolto da rinterri moderni, la testa della fondazione cementizia e l’imposta di una canaletta radiale intaccata da un tubo in ghisa, rimosso fin dove possibile.
Un altro approfondimento che abbiamo fatto in questa settimana ha riguardato le cosiddette strutture o rialzi, risparmiati in corrispondenza dei fornici 62, 64, 66 e 68: abbiamo provato a chiederci il significato di queste “strutture” che vengono a collocarsi in corrispondenza di cunei o completamente liberi fino alla corona del podio o interrotti da scale rivolte verso il secondo ordine. Per meglio comprendere questi allestimenti stiamo verificando i percorsi di percorrenza e fruizione del Colosseo, in età antica ma soprattutto post antica. Tra l’altro forse non è un caso che si siano conservati due blocchi della originaria pavimentazione in travertino in corrispondenza dei cunei 62 e 68, che vedete anche nella pianta qui sotto: è possibile che si tratti di limiti di proprietà ? Vedremo.
Nel settore cosiddetto Stern, invece, nei fornici 1 e 2 continua lo scavo dei livelli di frequentazione tardo medievale. Iniziano ad intravvedersi strati ricchi di materiale ceramico e crolli in posto.
16-20 gennaio 2023: settimana molto piovosa e con un andamento molto discontinuo del cantiere. Abbiamo però aperto il nuovo fronte di scavo, in corrispondenza dell’uscita del pubblico, dopo la consegna della settimana precedente.
23-25 gennaio 2023: lo scavo finalmente non ha subito interruzioni per almeno tre giorni. Gli operatori di ACEA Areti hanno spostato i sottoservizi, consentendo agli operai e archeologi di procedere anche al di sotto delle tubiere, in sicurezza. Dal punto di vista archeologico, i livelli di frequentazione in corrispondenza dei fornici SUD, 1 e 2 (verso lo sperone Stern) sono ben definiti, con vespai di materiale ceramico ancora di età tardo medievale, e settori con abbondante presenza di marmi e travertini, a far pensare che si tratti di accumuli di materiale proveniente dagli spolii all’interno del monumento.
30 gennaio – 4 febbraio 2023: in questa settimana abbiamo concentrato la nostra attenzione su due diversi fronti. Abbiamo avviato in modo sistematico la lettura dei “rialzi” rinvenuti nel settore Valadier, per meglio comprenderne i limiti rispetto alla preparazione dei blocchi di travertino della pavimentazione originaria. In alcuni punti i rialzi poggiano su un piano di scaglie di travertini pressati che si estende anche al di sopra della preparazione stessa dei blocchi.
Nel settore Stern invece lo scavo prosegue esponendo livelli di frequentazione e di accumuli di materiale con forti pendenze verso sud-sud/est.
In questa settimana ci siamo anche concentrati sul fornice V dove si trova la volta del passaggio di Commodo, perché dovremo studiare un progetto ad hoc di copertura e impermeabilizzazione. Grazie al collega Daniele Nepi abbiamo ricavato delle immagini suggestive, tra il passaggio ipogeo e l’estradosso, verificando anche l’orientamento delle bocche di lupo verso sud-est.
9-14 febbraio 2023: in questi giorni lo scavo sta procedendo a ritmi serrati nei fornici SUD, 1-3 del settore cosiddetto Stern e i dati archeologici restituiscono informazioni importanti relativamente alle fasi post antiche del Colosseo. In particolare risulta evidente come i singoli cunei/fornici fotografino situazioni e modalità di frequentazione molto diverse: ad esempio nel fornice SUD (quello corrispondente all’uscita del pubblico per intenderci) stiamo indagando lembi di sistemazione della superficie con una massicciata ben strutturata che sembrerebbe essere funzionale al passaggio dall’esterno verso l’interno. Nei fornici contigui invece emergono stratigrafie comprese tra il IX e il XII secolo d.C. (sulla base dei materiali ceramici che si rinvengono) caratterizzate da sedimenti di colore bruno anche ricche di carbone, appartenenti ad attività non necessariamente svolte in posto e che quindi sono state rimosse o spostate (forse anche dall’interno ?) durante l’estesa fase di spoliazione dei blocchi della pavimentazione in travertino che si può far risalire al XII-XIII secolo. Su questi livelli si intercettano anche crolli (o macerie) pertinenti ai livelli del secondo ordine, che contengono tra l’altro numerosi residui di mattoncini in opus spicatum pertinenti alle pavimentazioni dello stesso secondo ordine. In generale ci troviamo – come si dice in gergo – sulla “testa” di livelli ancora non completamente in giacitura primaria ma che progressivamente meglio capiremo e analizzeremo via via che lo scavo procederà esponendo completamente questi livelli.
15-22 febbraio 2023: i risultati più importanti di questa settimana riguardano innanzitutto la definizione degli orizzonti cronologici degli strati che stiamo scavando nei fornici SUD e 1 analizzati dal dott. Marco Ricci (che ringraziamo). I materiali ceramici risalgono prevalentemente alla prima metà del XIII secolo, fornendo indicazioni sulla spoliazione dei blocchi di travertino, avvenuta in epoca precedente (proseguendo restringeremo di più la forchetta cronologica). In questi giorni abbiamo anche aggiornato la documentazione, soprattutto per quanto riguarda le quote assolute.
23 febbraio – 3 marzo 2023: lo scavo si è concentrato sul fornice SUD anche per poter provvedere quanto prima alla riapertura dell’uscita del pubblico. Le sorprese sono state molte. In particolare abbiamo esposto la fondazione cementizia del Colosseo “apparentemente” scavata su un tenace strato limo-sabbioso. Per meglio comprendere questa sequenza che getta luce – se possibile – sul progetto di impianto del Colosseo su questo fronte della valle interessata dal passaggio del corso del fosso labicano, abbiamo chiesto la consulenza del dott. Carlo Rosa, geologo. Le “sabbie” sembrano posizionarsi a ridosso della fondazione (che le taglia ?) sia verso est, sia verso ovest, lasciando libero lo spazio intermedio occupato dall’estradosso della galleria sud.
6-10 marzo 2023: la risoluzione della domanda circa la presenza di questo consistente livello di sabbia non è ancora stata affrontata ma puntiamo a comprendere meglio il tema osservando nel fornice 1 e nel fornice 76 il comportamento della fondazione cementizia. Intanto stiamo provvedendo al reinterro del fornice SUD per riaprirlo al pubblico e a scavare i crolli consistenti del fornice 1: e qui è arrivata una bella scoperta che sarà foriera di dati importantissimi. Abbiamo trovato lo scheletro pressocché in connessione di un equide (ringraziamo la prof.ssa Claudia Minniti) schiacciato da un crollo. Ora lo scavo archeologico dovrà procedere per livelli e appena possibile potremo campionare le ossa dell’animale, per individuarne tramite il C14 la datazione: speriamo confermi il famoso terremoto del 1349 citato anche da Petrarca nelle Epistole ai Familiares: “tam graviter ut ab eadem urbe condita supra duo annorum milia tale nihil acciderit”, “nulla
mai di così violento negli ultimi duemila anni era riuscito a devastare la città” (Petrarca, Fam., 10, 2).
13-17 marzo 2023: in questi giorni ci siamo dedicati all’equide grazie al prezioso supporto della prof.ssa Claudia Minniti dell’Università del Salento. Con la sue esperienza abbiamo atteso il momento migliore per liberare lo scheletro dal crollo in cui si trovava. Ora faremo le analisi al C14 per poter datare il periodo della morte e dare alla nostra sequenza stratigrafica anche delle cronologie assolute.
Nel frattempo abbiamo anche iniziato a reinterrare il fornice SUD per ripristinare l’uscita del pubblico dal Colosseo, che sarà di nuovo operativa dalla settimana del 27 marzo.
27-31 marzo 2023: in questa settimana le attività si sono concentrate nel reinterro del fornice SUD per il ripristino dell’uscita del pubblico. Contestualmente sono proseguite le indagini nel fornice 1 dove continuano ad emergere livelli di frequentazione e livelli di spoliazione. Nel mese di aprile contiamo di verificare meglio questa situazione.
3-21 aprile 2023: nel corso di queste settimane, che sono state interrotte dalle celebrazioni della Via Crucis e dalle vacanze pasquali, è stato completato fino alla platea di fondazione lo scavo del fornice 1. Come ci aspettavamo, sulla base di quanto riscontrato nei fornici 60-70 relativamente alla presenza dei cd. “rialzi” in corrispondenza dei fornici liberi da vani scali, anche nel fornice 1 è stato individuato un “rialzo”, molto ben conservato nella sua possente struttura in cassaforma di pozzolana e tufo, alto circa 42/45 cm. Le tracce dei giunti dei blocchi della pavimentazione in travertino – completamente spoliata – lasciate sulla malta di preparazione corrono a filo con il “rialzo” e, a seguito di un tasto intenzionale, non sembrano proseguire. Se tali letture dovessero essere confermate nel prosieguo, potremmo avanzare a questo punto l’ipotesi – diversamente da quella prospettata nei mesi scorsi (si veda il diario di gennaio) – che tali “rialzi” siano in fase con la progettazione e il relativo impianto della pavimentazione e funzionali a creare la base per blocchi di travertino non più dello spessore / altezza di circa 90 cm, bensì di circa la metà.
Agli inizi del mese di maggio i fornici 1-3 sono stati reinterrati. Questa la planimetria di fine scavo.
2-22 maggio 2023: nonostante i numerosi giorni di pioggia è stato ripreso lo scavo nel cosiddetto settore Valadier nei fornici 68-74, caratterizzati dalla presenza di sottoservizi e livelli di riporto.