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Mirabilia

Il dipinto di Gerusalemme

Sull’arco di fondo della Porta Triumphalis del Colosseo, in corrispondenza dell’accesso occidentale al monumento, venne realizzato nel XVII secolo uno straordinario dipinto murale raffigurante una veduta ideale della città di Gerusalemme.

Si tratta di un’importante testimonianza di una fase di vita del Colosseo meno nota, ma più duratura rispetto a quella di epoca romana.

La città è riprodotta con una veduta a volo d’uccello, in modo schematico e regolare, concepita come una raffigurazione di topografia storica unica e omnicomprensiva. Una cinta muraria di forma rettangolare perimetra la città, delineata al suo interno da altre mura e da edifici in prospetto lungo le vie e intorno agli isolati. In modo molto dettagliato è rappresentata la grande area rettangolare del Tempio di Salomone segnata da una serie di portici e mura concentriche.

Al di fuori delle mura, invece, compare una sequenza di scene di natura diversa: le croci visibili in primo piano nell’angolo inferiore sinistro rappresentano il Gòlgota in una sequenza temporale che racconta contemporaneamente tutte la fasi della Passione, dalla salita al Calvario, alla crocifissione, alla deposizione e resurrezione. Le altre scene extramuranee sono invece raffigurate in maniera meno particolareggiata, segnate da pochi elementi topografici, come vie, colline e scene di combattimento tra soldati armati di scudi e lance in prossimità di accampamenti militari, a ricordo dei numerosi assedi della città.

Lo schema iconografico, reso pienamente leggibile dal restauro conclusosi nell’estate 2020, ricalca una stampa del 1584-1585, successivamente riprodotta in Italia da parte del pittore e incisore Antonio Tempesta. Il disegno, realizzato nel 1601 e conservato all’Albertina di Vienna, fornisce il termine post quem per la datazione dell’opera.

Il dipinto costituisce la prova della piena integrazione del Colosseo nel calendario liturgico che ridisegnò in epoca moderna la topografia stessa della città di Roma, riportando l’anfiteatro e l’area archeologica centrale, con nuove funzioni e significati, al centro dei percorsi di manifestazione del potere temporale e religioso. Il Colosseo sarà scelto per rafforzare il senso della missione storica del papato e la sua continuità con l’eredità della Roma imperiale.

Per ulteriori informazioni consulta il volume “Gerusalemme al Colosseo. Il dipinto ritrovato”.

L’installazione multimediale

Una installazione multimediale, ideata e curata dal Parco archeologico del Colosseo (Stefano Borghini, Paolo Castellani, Elisa Cella, Barbara Nazzaro, Angelica Pujia, Federica Rinaldi) in collaborazione con Electa e realizzata da Karmachina, esalta i temi e i soggetti raffigurati in questo straordinario dipinto, testimone della funzione storica e simbolica del Colosseo e della sua dimensione universale. La narrazione è accompagnata, di giorno, da un’esperienza multisensoriale che si avvale di un audio immersivo spazializzato che racconta il dipinto attraverso la messa in luce delle scene principali e la proiezione di didascalie descrittive; di sera è invece amplificata da una suggestione sonora realizzata rivisitando la struttura e i suoni degli strumenti dell’antica Roma con timbriche elettroniche contemporanee. In entrambi i casi e senza voce narrante, i suoni ricoprono le molteplici funzioni di richiamare l’attenzione dei visitatori di passaggio, invitandoli ad alzare lo sguardo verso il dipinto, accompagnare il racconto di luce e immagini, immergere e coinvolgere il pubblico nella narrazione.

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