Statua cd. di Numa Pompilio
Stante sulla gamba destra, con la sinistra leggermente piegata, raffigura un uomo in età avanzata, con baffi e barba lunga, capelli a ciocche lunghe e regolari stretti da una benda o diadema; indossa la tunica, cinta da balteus, e sopra una toga di grandi dimensioni disposta nella foggia detta a umbo teso piegato, in uso dal I sec. d.C. fino alla piena età severiana; ai piedi porta i calcei senatori. La mano sinistra, mancante, doveva reggere un oggetto, forse un volumen. Fu indentificata dal Lanciani, al momento della scoperta, come una statua ritratto di Vettio Agorio Pretestato, di rango senatorio, esponente di rilievo del paganesimo e pertanto databile al IV sec. d.C.
Successivamente, venne identificata con Numa Pompilio, secondo re di Roma, fondatore del sacerdozio delle Vestali, in quanto la fascia sulla testa, ispirata ad un tipo ideale greco del V sec. a.C., sarebbe stata da identificare con una rielaborazione del diadema regale ellenistico, mentre la toga avrebbe richiamato forme di età traianea. Sulla base dei confronti numismatici la statua sarebbe stata una copia di II sec. d.C. di un originale bronzeo, dapprima datato al III sec. a.C. e poi identificato con la copia di un originale del IV sec. a.C. facente parte di un gruppo di statue onorarie di re leggendari erette sul Campidoglio.
Tale identificazione recentemente è stata messa in discussione. Restando ferma la datazione della statua al II sec. d.C. per la foggia della toga, la testa ritratto è stata ritenuta più tarda, esito di una rilavorazione databile al IV sec. d.C. soprattutto per la resa della capigliatura e della barba. Dunque il personaggio raffigurato secondo modi all’antica non sarebbe Numa, ma sulla base di una lettera di Simmaco potrebbe essere identificata con una statua onoraria eretta a Pretestato dal Collegio delle Vestali, non senza l’opposizione di Simmaco secondo il quale nessun pontefice massimo aveva mai avuto tale onore, neanche Numa Pompilio. Se la statua ritratto raffigurasse Numa, non proverrebbe dalla Casa delle Vestali. Tuttavia le condizioni di rinvenimento della statua, per quanto è possibile ricostruire, portano a ritenere che fosse collocata in origine nel portico dell’Atrium Vestae; consistenti elementi pertanto suffragano l’identificazione già proposta dal Lanciani.