PArCo Green

I gatti visti dal Colosseo… e dal Palatino!

In questa pagina vogliamo raccontarvi i gatti del PArCo visti da…noi!

Abbiamo “intervistato” due lavoratrici del Parco, un’architetto e un’archeologo, che sono anche amanti dei gatti ed abbiamo chiesto la loro opinione facendogli alcune domande sui gatti del Parco e non solo.

Ma anche la tua opinione per noi è importante. Per questo vogliamo porre le stesse domande anche al nostro pubblico, per conoscere le vostre opinioni e condividere le osservazioni più interessanti.

Rispondete anche voi al nostro questionario:

Giornata del Gatto 2023 al Parco Archeologico del Colosseo, questionario (google.com)

 

 

La nostra prima intervista al personale del Parco è per l’arch. Barbara Nazzaro, responsabile tecnico del Colosseo. Ecco come ha risposto alle nostre domande:

 

1. Dalla Natura alla Cultura.

Un animale selvatico si trasforma in uno addomesticato, entra nelle case, ma, soprattutto, nei nostri cuori. Quale è il segreto di una convivenza felice considerando l’ estrema indipendenza e lo spirito libero dei nostri amici gatti?

…. spesso ciò che si dice sui gatti non corrisponde al vero; per prima cosa direi che il gatto non è un animale addomesticato. Forse è vero il contrario. E’ praticamente impossibile che un gatto faccia una cosa che non  vuole…ma sicuramente sa farsi amare ed è capace di donare molti sentimenti all’essere umano

 

2. Un habitat acquisito. Come si trova  un gatto nel contesto urbano di oggi, quali sono le prospettive?

Purtroppo è vero che l’habitat urbano di oggi non è congeniale alla vita di un gatto, le nostre città sono molto cambiate, da ormai molti anni in tutto il mondo ci si è avviati verso un controllo delle nascite tramite le sterilizzazioni, per consentire ai nostri amici felini una vita con meno pericoli causati dallo stile di vita umano

 

3. Dalla vita quotidiana alle opere d’arte. Da “animale da caccia” a divinità da venerare, il fascino dei gatti ci attira fin dall’antichità. Quale è  episodio più emozionante o sorprendente che ricorda dei gatti nei secoli passati?

Il gatto è stato in molte culture un animale di affezione e di venerazione, dall’antico Egitto , alle civiltà precolombiane, in Oriente. Sicuramente colpisce la venerazione dei felini in Egitto nella raffigurazione della dea Bastet e nelle numerosissime mummie di gatti ritrovate dagli egittologi.

 

4.Il tempo trascorso con i gatti non è mai sprecato. (Sigmund Freud). Ci sono tanti detti popolari, proverbi, citazioni da tutto il mondo che ci vengono in mente sui gatti.  Il suo preferito?

… Sicuramente una frase di Alberto Giacometti: “In un incendio, tra un Rembrandt e un gatto, io salverei il gatto.”

 

5. Immaginiamo: cosa accadrebbe se per un giorno i gatti sparissero dalle nostre città, che cosa ci mancherebbe in particolare?

Sicuramente un vuoto incolmabile, anche chi non è un gattofilo associa le rovine a gatti sotto il sole, come anche nei piccoli centri urbani nei vicoli e sulle scale delle case.

 

6. La duplice natura del nostro Parco unisce le meraviglie architettoniche e il patrimonio ambientale, con gli alberi secolari e le piante antichissime. I gatti che si sentono liberi in questi spazi ampissimi, sono visitatori, passanti o qualcosa di più?

I gatti sono assolutamente qualcosa in più, sono piccoli numi tutelari dei nostri monumenti, non sempre si fanno vedere dai visitatori, mentre alcuni di loro sono indubbiamente delle star, degli accompagnatori, delle creature vanitose che si lasciano ammirare a distanza di sicurezza. Sono i veri residenti dei palazzi imperiali e dei templi, noi siamo i loro custodi, come lo siamo delle vestigia archeologiche.

7. La Colonia felina del Parco, esiste davvero? “I gatti del Colosseo”, è soltanto un’invenzione mediatica? In realtà, di che cosa si tratta?

La Colonia esiste, anche come realtà riconosciuta a livello legale,  si tratta di felini residenti dell’area archeologica che nel rispetto delle leggi nazionali e locali devono essere accuditi, e con molta devozione il personale del Parco, su base volontaria, si occupa di verificare il loro stato di salute in collaborazione con la Asl e in convenzione con un veterinario, e che abbiano cibo e acqua.

8. Nei prossimi 3-5 anni, cosa sarebbe da promuovere e da divulgare per dialogare sui gatti e sugli animali in generale, in un contesto museale e culturale?

Il Parco intende proseguire nella cura della flora e della fauna residente e che transita per migrazione all’interno del suo perimetro. Il servizio didattico ha in campo numerose iniziative volte a sensibilizzare i bambini e i visitatori sul tema dei gatti e non solo. Il monitoraggio dell’avifauna nelle aree archeologiche è un corso da molti anni e ha visto crescere diversi progetti, sia con la Lipu che con Ornis Italica. E’ uso di questa amministrazione tenere conto della fauna anche all’interno delle gare di appalto: ad esempio in un caso un elemento premiante per un punteggio di una gara di restauro erano le azioni volte a mitigare il disturbo alla nidificazione dei gheppî, specie protetta.

 

La nostra seconda intervista è per la dott.ssa Antonella Rotondi, Funzionario archeologo del Parco, che ci ha raccontato il suo rapporto con questi affascinanti animali:

 

1) Dalla Natura alla Cultura. Un animale selvatico si trasforma in uno addomesticato, entra nelle case, ma, soprattutto, nei nostri cuori. Qual è il segreto di una convivenza felice, considerando la loro estrema indipendenza ed il loro spirito libero? 

 

La convivenza felice è data dall’ assecondare la natura dell’animale il gatto non è propriamente sempre così selvatico. I gatti, per la mia esperienza, sono tutti diversi. Ognuno ha la sua natura, il suo carattere, ognuno ha la sua personalità.

Bisogna quindi capire quale è il modo migliore di convivere, dettando anche delle regole: perché è chiaro che per una convivenza c’è lo spazio del gatto e lo spazio di chi mette a disposizione la sua casa, o il suo giardino, se lo ha.

E in questa situazione si crea e si costruisce insieme una convivenza accettando in qualche modo la natura dell’animale. Ma anche l’animale accetta e si adegua alla  natura della persona con cui vive. Una cosa mi preme sottolineare: anche se sembra strano e non realistico, non è mai il padrone che sceglie l’animale, ma, soprattutto il gatto, sceglie la persona con cui vivere. Questa è una cosa che io in tantissimi anni ho potuto verificare.

 

  1. Un habitat acquisito. Come si trovaun gatto nel contesto urbano di oggi? 

Il gatto, sicuramente più del cane, si adatta: si adatta alla casa, al tipo di casa, al tipo anche di persona che lo accudisce.  Nelle città i fortunati sono coloro che hanno degli amici che li ospitano nelle loro case. Gli sfortunati sono i randagi. Gran parte delle Amministrazioni comunali cercano con le associazioni feline di creare colonie dove questi animali possono essere curati, sterilizzati e in qualche modo sottratti al loro stato di randagismo. È chiaro che non sempre succede, quindi il gatto in contesto urbano va incontro intanto ad una “promiscuità” con gli altri animali che non sono curati contraendo malattie anche piuttosto gravi.

Inoltre in ambito urbano c’è anche la maggior presenza degli autoveicoli, un pericolo mortale per I gatti,  soprattutto di notte: spesso vengono investiti, come purtroppo è successo a uno dei gatti della nostra colonia. Voglio credere non per volontà degli automobilisti, ma per disattenzione.  Quindi nel contesto urbano il gatto vive, si adegua, in condizioni migliori o peggiori a seconda dei casi: il randagismo è la peggiore condizione, che le “colonie” sicuramente riescono a migliorare. Certo in un contesto urbano se il gatto può vivere in casa è meglio ed il gatto ben si concilia con una vita esclusivamente casalinga.

3) Da un animale da caccia ad una divinità da venerare, il fascino dei gatti ci attira fin dall’antichità. Qual è l’episodio più emozionante o sorprendente, che ricorda dei gatti nei secoli passati? 

mi viene da pensare un pò anche alla sfera religiosa. Tuttora c’è grande rispetto nella cultura islamica per il gatto, in quanto proprio il gatto era un animale molto amato dal profeta Maometto. Si racconta un episodio della sua gatta Muezza che gli dormiva sul mantello e lui, pur di non spostarla, tagliò con il coltello il mantello per lasciarla riposare.

Poi nell’antichità abbiamo nell’Antco Egitto il Grande Gatto di Eliopoli raffigurato con una zampa a schiacciare la testa del serpente del male Apopi che aveva insidiato l’albero della vita. La divinità gatta femminile era invece Bastet dea leonessa\ gatta fieramente guerriera e protettiva associata alla fecondità: un amuleto di Bastet attorniata da gattini era frequente fra le donne che desideravano una gravidanza,  tanti cuccioli quanti figli si sperava di avere. Nell’antica Roma i gatti erano sacri a Diana, si credeva che avessero poteri magici, concessi loro dalla dea associata alla luna, alla femminilità e alla magia: Diana proteggeva la gravidanza e intratteneva un rapporto privilegiato con la natura, i boschi, gli animali e le piante. Quindi il gatto fin dall’antichità è sempre stato accomunato al sortilegio a una sorta di potere magico . Venne quindi  poi considerato un animale accomunato alle c.d.“streghe”, magari semplicemente  donne che si occupavano di medicina e curavano le persone, che spesso vivevano insieme a gatti, spiriti indipendenti come loro. Nel Macbeth di W.Shakespeare uno dei famigli delle streghe è proprio un gatto.

Infine, nelle rappresentazioni pittoriche di epoca rinascimentale, il gatto viene rappresentato molto spesso in contesti abitativi con presenza femminile  come un animale assolutamente domestico.

Nel calendario cinese c’è tra gli animali anche il gatto: infatti il coniglio e il gatto sono accomunati ed equivalenti in questo calendario e il 2023, appena iniziato, è proprio l’anno del Gatto \Coniglio!

 

4) Il tempo trascorso con i gatti non è mai sprecato (Sigmund Freud). Ci sono tanti detti popolari, proverbi, citazioni da tutto il mondo, che ci vengono in mente, il suo preferito? 

Noi diciamo “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”: un porverbio che sottolinea anche la natura curiosa…. non dispettosa, io direi proprio curiosa del gatto, che per questa sua curiosità talvolta rischia molto, anche con la vita, facendo cose che altri animali magari non farebbero. Non perché sia uno stupido, tutt’altro, è molto intelligente, però talvolta, proprio per questa sua grande curiosità, si va a infilare in situazioni complicate.

Io ricordo una volta una gattina che avevo a casa che era molto molto impaurita. Quindi, siccome anche altri gatti non l’avevano accettata, subito si andò a infilare sotto una tegola del tetto dove aveva trovato un rifugio. Era estate e faceva molto caldo, quindi ha iniziato a miagolare…. diciamo che ha avuto un eccesso di curiosità! Alla fine per tirarla fuori abbiamo dovuto rompere le tegole. Quindi, i gatti talvolta ci “lasciano lo zampino”, se non altro, come testimonianza della loro curiosità. E comunque questa frase di Sigmund Freud “il tempo trascorso non è mai sprecato” è proprio vera, perché il gatto ha anche un’azione terapeutica: io noto che le fusa del gatto hanno il potere di tranquillizzare, perché ci si mette in relazione con il respire e con il calore dell’animale, e si riceve una sorta di tranquillità, una sensazione di benessere.

5) Immaginiamo che per un giorno i gatti spariscano dalle nostre città, che cosa ci mancherebbe in particolare? 

A me personalmente mancherebbe un riferimento nellavita, perché il gatto e un pò tutti gli animali domestici sono lo specchio del loro padrone. (Questo non contraddice   quello che ho detto prima, che  ogni animale ha il suo carattere: al contrario si crea proprio una simbiosi). Il carattere del gatto viene contaminato dal carattere del padrone e, a sua volta, il padrone viene contaminato dal carattere del gatto. Ogni gatto con cui mi trovo ad interagire è sempre diverso da ogni altro , e questi diversi rapporti “simbiotici”  mi mancherebbero molto. Purtroppo qualche mio amico gatto non c’è più…..

a me non manca la compagnia del gatto, mi manca quello che era proprio quel gatto particolare che non c’è più.

 

6) La duplice natura del nostro Parco che unisce le meraviglie architettoniche con il patrimonio ambientale, con gli alberi secolari e le piante antichissime. I gatti che si sentono liberi in questi spazi ampissimi sono visitatori, passanti o qualcosa di più? 

No, non sono nè passanti, nè visitatori. Sono abitanti. Qualcuno è stato abbandonato, altri essendo gatti “randagi” hanno scelto di venire qui: non ci sono recinzioni per I gatti, è  in tutto il parco che i gatti

entrano ed escono, e poi tornano. Come sono venuti potrebbero andarsene, ma se tornano vuol dire che qui stanno bene. Alla fine tornano sempre, perché questo è la loro casa, Dunque, non sono né passanti, né visitatori, ma sono i proprietarI, per la loro parte,  del Parco.

7) La Colonia felina del Parco esiste davvero? “I gatti del Colosseo” è soltanto un’invenzione mediatica? In realtà, di che cosa si tratta? 

Si, si tratta di una colonia che accomuna più siti archeologici del Parco: il Foro Romano, il Palatino, la Domus Aurea, il Colosseo. É  una colonia che è stata creata negli ultimi anni facendo un censimento degli animali. Anche quelli che sono sul Palatino, vicino alla Chiesa di San Bonaventura, sono tutti gatti del parco archeologico del Colosseo. La colonia è un’iniziativa molto bella,  che garantisce  una comune casa di appartenenza, cibo e cure per tutti I gatti delle nostre aree archeologiche.

 

  1. Nei prossimi 3-5 anni, cosa andrebbe creato, promosso e divulgato, per dialogare sui gatti e sugli animali in generale, in un contesto museale e culturale?

Tante cose si possono fare: gli incontri con le scuole tramite la sezione didattica del parco, ad esempio, che è già molto attiva, o le visite del Foro Romano e Palatino e anche Colosseo e  Domus  Aurea. Si potrebbero  fare anche delle pubblicazioni,  magari concentrate su uno o più gatti della nostra Colonia.

In ambito museale  si potrebbe organizzare una mostra fotografica che unisca I  gatti dela nostra colonia e quelli di alter colonie esistenti nel centro storico di Roma, che in particolare sono due: quella della Piramide Cestia, che si chiama Arca, ed è un’associazione, e quella di Largo Argentina. Vi sono poi ancora alter associazioni ,come I gatti al Pantheon, con cui si potrebbero organizzare scambi e mostre tematiche.

Si possono realizzare opuscoli infomativi e didattici sulla colonia del Parco e sui suoi monumenti; pubblicazioni tematiche  o guide interattive sui “luoghi dei gatti” sia nel contesto del Parco che in tutta la città di Roma, o anche specificatamente  il “Calendario dei gatti del Parco del Colosseo”.

 

Giornata del Gatto 2023 al Parco Archeologico del Colosseo, questionario (google.com)

 

Testi e interviste di Gulzada Dedova