Un vitigno antico: l’uva “pantastica” a Vigna Barberini
La ricerca storica e archeologica sui vini di eccellenza nell’antica Roma ha portato alla conoscenza di un antichissimo vitigno autoctono che Plinio chiama “uva pantastica”, da cui deriva il vino Bellone, coltivato ancora oggi nei territori intorno a Roma.
La coltivazione della vite è sempre stata di rilevante importanza per tutte le civiltà che si sono susseguite nel corso della storia ed ebbe un ruolo molto importante anche nel corso della civiltà romana. I Romani furono eccellenti viticoltori: sono state infatti ritrovate tracce archeologiche di trincee della coltivazione della vite, per lo più a filari, spesso anche ad alberello per la vite così detta “maritata”.
Il Parco archeologico del Colosseo conserva ancora nella sua toponomastica delle aree chiamate “vigna”, nel senso più esteso del termine, ovvero orti, e nelle indagini archeologiche e nelle carte storiche la presenza dei vigneti è ben documentata.
Da qui l’idea di impiantare una piccola vigna, in un ambito del Colle Palatino denominato appunto “Vigna Barberini”, dall’omonima famiglia romana che nel XVII secolo ne deteneva la proprietà.
Attualmente una piccola area della terrazza accoglie già delle piante da frutto, il fico sacro delle origini e altre tra le più antiche specie.
L’iniziativa, che rientra nel più ampio programma “PArCo Green” che prevede differenti iniziative per la valorizzazione dell’eccezionale ambiente monumentale e paesaggistico del PArCo, prevede la messa a dimora di barbatelle della varietà Bellone grazie alla sponsorizzazione tecnica della Azienda Vitivinicola Cincinnato.