L’Arco di Costantino, posto lungo la via percorsa dai trionfi, nel tratto compreso tra il Circo Massimo e l’Arco di Tito, è il più grande arco onorario giunto fino a noi e rappresenta una sintesi della propaganda ideologica di età costantiniana. L’arco infatti celebra il trionfo dell’imperatore Costantino su Massenzio, avvenuto il 28 ottobre del 312 d.C. a seguito della battaglia di ponte Milvio. L’iscrizione sul fornice centrale narra che il monumento fu solennemente dedicato dal Senato all’imperatore in memoria di quel trionfo e in occasione dei decennalia dell’impero all’inizio del decimo anno di regno, il 25 luglio del 315 d.C.
La decorazione in lastre marmoree a rilievo fu ideata e realizzata in età costantiniana secondo un progetto unitario, utilizzando perlopiù materiali di spoglio provenienti da altri monumenti imperiali. Sulle facce principali dell’arco e sui lati si alternano, secondo schemi simmetrici, rilievi dell’età di Traiano, di Adriano, di Marco Aurelio e infine, nel settore inferiore, dell’età di Costantino.
Tutti i volti degli imperatori che appaiono nei rilievi sono stati rimodellati a somiglianza di Costantino, con il nimbo a connotarne la maestà imperiale.
Le molte immagini che popolano l’arco sono unite da un preciso filo conduttore: la celebrazione del disegno politico di restaurazione dell’impero voluto da Costantino. Egli vuole essere celebrato e riconosciuto come nuovo arbitro delle sorti di Roma e legittimo trionfatore sul rivale Massenzio e per far questo sceglie un monumento tradizionale e ben radicato nella storia imperiale: l’arco trionfale. L’edificio viene progettato per narrare le proprie vittorie, ma viene decorato con immagini più antiche provenienti da altri edifici, affinché le immagini del passato, con la narrazione delle guerre e dei trionfi dei grandi protagonisti dell’impero, possano legittimare il potere dello stesso Costantino. Una garanzia della solidità del suo governo e del suo consenso politico.
Meta Sudans
Resti della cosiddetta Meta Sudans, una fontana monumentale edificata in età flavia, sono visibili nei pressi dell’Arco di Costantino. La fontana fu in uso fino al V secolo d.C. quando, con l’interramento della Valle del Colosseo, si iniziarono a ostruire i canali di deflusso delle acque. I ruderi furono poi demoliti in epoca fascista per la creazione di via dei Trionfi.
Grazie alle raffigurazioni monetali, alle foto di fine Ottocento e ai disegni eseguiti al momento della demolizione è possibile ricostruirne l’aspetto originario: un cilindro di base, rivestito di marmo e forse articolato in nicchie, con un elemento superiore conico, sormontato da un fiore o da una sfera.
Il nome “meta” deriva dalla forma conica che ricordava le mete del circo, mentre “sudans” stava a indicare l’acqua che ne sgorgava.
La Meta Sudans occupava un sito di forte rilevanza urbanistica, presso uno dei vertici del confine sacro della città romulea, all’incrocio di due strade connesse al percorso trionfale e nel punto di incontro di quattro regioni della Roma augustea. Nella stessa area Augusto aveva già eretto una fontana più piccola, ricordata dalle fonti e rinvenuta nel corso di recenti scavi archeologici. I Flavi perpetuarono così il ricordo di un monumento fortemente simbolico.
Come Arrivare
Roma, Piazza del Colosseo
Metro: Linea B fermata Colosseo
Bus: n. 51, 75, 81, 85, 87, 118
Tram: n. 3