FORMAZIONE: progetto TRAME – Tracce di memoria

Il Parco archeologico del Colosseo, da settembre 2020, lavora  sulle migrazioni e sulle tracce che esse hanno lasciato negli edifici e nei monumenti. La storia delle migrazioni, infatti, è il tema principale del progetto Trame (TRAcce di MEmoria – TRAces of MEmories), finanziato nell’ambito di Erasmus+, il programma dell’Unione Europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, di cui il Parco Archeologico il coordinatore  Le migrazioni dal mondo antico al mondo moderno hanno avuto un peso decisivo sulla costruzione della nostra stessa identità, l’identità europea, e il progetto Trame ha come obiettivo principale la comprensione della diversità culturale al fine di superare quegli stereotipi che fanno delle migrazioni o, più in generale, dell’alterità un tema controverso. Il Parco ha lavorato in collaborazione con altri 8 partner provenienti dall’Italia, dalla Serbia, dall’Ungheria, dalla Polonia e dalla Turchia. Partecipano l’Università di Varsavia, l’Associazione Ungherese dei Manager del Patrimonio Culturale e l’Istituto di Archeologia di Belgrado. A questi si aggiungono quattro istituzioni scolastiche: il liceo statale Pilo Albertelli di Roma, l’Istituto di Design di Belgrado, il Collegio Hajnòczy Jòzsef di Pecs, Ungheria, ed il Provveditorato del distretto di Catalca, Istanbul.

I principali destinatari del progetto sono i ragazzi delle scuole superiori, i quali, attraverso la conoscenza e lo studio del retaggio lasciato dalle antiche popolazioni, potranno arrivare a comprendere fino in fondo la relazione dialettica esistente tra identità e diversità. La diversità e la contaminazione culturale, infatti, rappresentano un mezzo attraverso il quale è possibile arricchire la propria identità culturale e umana e senza la quale non sarebbe possibile entrare in relazione con qualsiasi altro popolo o persona. Gli studenti sono stati coinvolti fin dall’inizio: l’istituto di Archeologia di Belgrado, nel ruolo di responsabile della comunicazione, ha affidato ai ragazzi dell’istituto di Design di Belgrado il compito di disegnare il logo del progetto. I partner hanno, poi, espresso la propria preferenza e il disegno più votato è diventato il simbolo identificatore di Trame. La vincitrice è la giovane studentessa Nadja Vincilov, la quale ha proposto un disegno che evidenzia visivamente le tracce lasciate dagli spostamenti dei popoli. Il progetto ha una durata di due anni e si concluderà proprio alla fine di quest’anno. In questi due anni, gli studenti hanno partecipato attivamente al progetto attraverso dibattiti, discussioni, lavori di ricerca, studio e raccolta di informazioni sulle migrazioni europee, sul contatto con “l’altro” e sull’importanza della contaminazione culturale. I ragazzi, allo stesso tempo, hanno partecipato anche ad attività più dinamiche che prescindessero da quelle più propriamente ex cathedra, attraverso visite ad importanti siti archeologici, incontri con artisti e scrittori e alla fine di ogni attività hanno realizzato creazioni molto originali: dalla graphic novel al teatro, dallo storytelling al Power Point, dalla realizzazione di video a quella di mini-film, alcune delle quali saranno esposte in una mostra che il Parco del Colosseo organizzerà nella Curia Iulia il prossimo Ottobre. Come esperienza finale, gli studenti hanno viaggiato  per incontrare i loro colleghi europei al fine di comprendere più da vicino ed in prima persona quello che è sempre stato il fine ultimo di Trame, la dicotomia tra identità e diversità. In conclusione del progetto verrà realizzata una pubblicazione finale, il Manuale del progetto Trame, all’interno del quale verranno raccolte tutte le esperienze ed attività realizzate in questi due anni e che, allo stesso tempo, rappresenterà una guida per esperienze didattiche analoghe da realizzare nel futuro.

 

 

Come testimonianza dell’impatto che il lavoro sul progetto Trame ha avuto sugli studenti, riporto un’intervista effettuata ai ragazzi della 3E del liceo statale Pilo Albertelli e allo loro Professoressa, Michela Nocita, responsabile e ideatrice di diversi progetti realizzati all’interno di Trame.

 

Durante il lavoro su Trame quali attività e progetti avete realizzato?

Abbiamo parlato e discusso il tema della storia delle immigrazioni, degli stranieri a Roma e, alla fine, abbiamo realizzato un mini-film che trattava dell’immigrazione. Abbiamo realizzato, inoltre, diversi Power Point, uno sulle comunità moderne straniere, uno sugli stranieri nell’antichità, un altro sulle iscrizioni dei Greci che viaggiavano per arrivare a Roma e un ultimo sui luoghi del Foro Romano.”

 

Dopo Trame com’è cambiato, se è cambiato, il vostro approccio con chi ha una lingua diversa e una cultura diversa?

Dopo Trame abbiamo assunto, sicuramente, una visione d’insieme maggiore grazie allo studio sulla storia delle immigrazioni e da dove vengono gli stranieri e questo ci ha portato ad approcciarci ancora di più in maniera aperta allo straniero, oltre ad essere ancora più consapevoli che da una cultura diversa si può solo imparare.”

Avete riscontrato analogie o differenza tra la Roma antica e la Roma moderna?

Abbiamo notato che i romani discriminavano gli africani per il colore della pelle e questo succede anche oggi ma, allo stesso tempo, ‘usavano’ gli stranieri anche per cose utili mentre adesso li disprezzano e basta. Nell’età romana gli stranieri riuscivano a raggiungere cariche importanti mentre adesso c’è, sicuramente, più discriminazione su quest’aspetto.”

 

Che cosa avete imparato da Trame?

Oltre ad aver reso il nostro approccio allo straniero ancora più aperto di prima, ci siamo resi conto di quanto siano simili i tempi antichi e i tempi moderni. Le rotte che gli stranieri usavano per arrivare a Roma sono le stesse che usano ancora oggi, con la differenza che prima i romani erano più aperti allo straniero.”

 

Vi è piaciuto lavorare a questo progetto? Qual è stata la parte più interessante e che vi ha divertiti di più?

“Sì, ci è piaciuto molto. Ci siamo divertiti perché siamo stati insieme e abbiamo lavorato in gruppo. La parte più interessante è stata scoprire i luoghi che vedevamo ogni giorno e di cui non conoscevamo la storia. È stato bello poter vedere nel concreto i luoghi che spesso si studiano solo sui libri.”

 

Secondo lei, Professoressa, in che modo il progetto Trame ha avuto importanza a livello didattico, non solo da un punto di vista teorico (conoscere la storia delle immigrazioni, superare i pregiudizi…) ma da un punto di vista pratico?

“Confrontandosi con un progetto interculturale, gli studenti hanno, sicuramente, migliorato il loro inglese sia da un punto di vista scritto che da un punto di vista orale. Tutti i progetti che abbiamo realizzato sono in digitale, quindi i ragazzi hanno imparato ad usare app e programmi che non conoscevano realizzando, anche, un ebook. L’ultima attività prevista dal progetto sarà proprio l’incontro con i loro colleghi europei e sarà in quell’occasione che avranno modo di sperimentare, ancora di più, l’approccio Peer-to-Peer, ovvero ragazzi che interagiscono vicendevolmente.”

 

Testo ed interviste a cura di Beatrice Subissi




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