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La decorazione architettonica marmorea del Colosseo giunta sino a noi proviene per gran parte dagli sterri effettuati nel XIX secolo, in particolare nei sotterranei. Tra gli esemplari da ammirare, i capitelli, tutti pertinenti al portico colonnato che coronava il livello più alto delle gradinate (porticus in summa cavea).

Gli elementi mostrano diverse tipologie decorative e le loro datazioni ricoprono un ampio arco cronologico dall’età flavia alla metà del V sec. d.C., a testimonianza del lungo periodo di vita dell’Anfiteatro e dei restauri subiti in seguito a catastrofi naturali. La maggior parte è comunque databile all’età severiana (prima metà del III secolo d.C.) pertinenti alla ricostruzione dell’Anfiteatro dopo l’incendio del 217 d.C. che ne determinò la chiusura per 5 anni.

I capitelli, in marmo lunense (Italia) o proconnesio (attuale Turchia), erano alti tra i 0,90 e 1,50 metri e appartengono agli ordini corinzio (foglie di acanto) e composito (volute ioniche e foglie di acanto o foglie lisce).

Alcuni esemplari sono di alta fattura stilistica e presentano anche parti con decorazioni figurate (come il capitello con testa di Gorgone-Medusa).

Porzioni delle colonne in marmo cipollino e granito alte in origine circa 7 metri, sono invece visibili lungo il percorso al piano terra.