La Schola Praeconum
L’edificio si trova sulle pendici meridionali del Palatino, alla base di quella porzione del Colle che fu interessata nel corso del tempo e su diversi livelli dapprima dalle edificazioni di Augusto, poi dalla costruzione dei Palazzi della dinastia flavia (Domus Augustana e Domus Flavia) che vi realizzarono anche il Paedagogium, ed infine da una opera di ristrutturazione generale operata dai Severi che aggiunsero il quartiere delle Terme, la fontana monumentale del Settizonio e appunto la Schola Praeconum.
La Schola Praeconum si trova nella terrazza più bassa del versante meridionale del Palatino, ma in un rapporto di possibile collegamento, anche e soprattutto in antico, con l’edificio del Paedagogium. Si tratta di due contesti che pur nella distanza temporale (la Schola è di età severiana, il Paedagogium è di impianto domizianeo ma rimase a lungo in uso anche successivamente) svolgevano una funzione di ‘servizio’: il Paedagogium, come intuitivamente dice la parola stessa, era una sorta di collegio preposto all’istruzione degli schiavi imperiali ed è oggi visitabile pungo il percorso meridionale: un intervento di manutenzione straordinaria ha riportato in evidenza i pavimenti musivi originari; la Schola Praeconum era la sede della corporazione degli araldi, dei praecones, cioè di coloro che annunciavano le pompae circensi.
La costruzione della Schola risale al III sec. d.C., senza dubbio impostandosi su edifici preesistenti e in un momento storico che vede la dinastia dei Severi operare una generale ristrutturazione del versante meridionale del Colle. La sua edificazione segue un orientamento che rispetta quello dell’asse del Circo Massimo. Dal punto di vista architettonico si caratterizza per la presenza di una corte rettangolare circondata da un portico a pilastri (non più leggibile ad oggi se non per lo spazio aperto calpestabile), sulla quale si affaccia un sistema tripartito di ambienti voltati con murature interamente in laterizio, di cui il centrale più ampio dei laterali. La continuità d’uso fino al V sec. d.C. è stata stabilita soprattutto a partire dalla lettura della sequenza degli apparati decorativi verticali e orizzontali.
Il primo intervento, infatti, ha riguardato la decorazione pittorica, datata al 200-240 d.C., raffigurante personaggi maschili in posizione stante, vestiti in abiti servili, inseriti all’interno di un’architettura ad edicole, ciascuno recante nelle mani un bastone, una mappa, un serto o una cassetta, interpretati come tricliniarii. Successivamente le pareti furono rivestite di lastre di cipollino e sul pavimento venne steso il grande pavimento a mosaico che ha dato il nome all’edificio: un tessellato bianco e nero, unico nel suo genere, figurato in cui compaiono 8 personaggi maschili vestiti con corte tuniche e organizzati in due gruppi di quattro, recanti in mano un caduceo, uno stendardo, un bastone. La datazione di questo pavimento potrebbe risalire fino agli inizi del IV sec. d.C. epoca in cui l’imperatore Massenzio intraprese un ulteriore intervento di ristrutturazione del versante meridionale del Colle.
Queste figure sono state variamente interpretate ora come araldi, o appunto praecones, ora come impiegati pubblici a servizio dello Stato, detti anche apparitores, ora addirittura come aurighi: quello che è abbastanza sicuro è che l’edificio e coloro che vi ‘abitavano’ svolgevano funzioni strettamente connesse con il Circo e le manifestazioni relative. C’è chi ipotizza addirittura che l’edificio avesse un secondo piano usato come tribuna imperiale per gli spettacoli circensi.